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 Il primo caposaldo e fattore più importante per avere successo nel proprio programma barefoot risiede nel rendere lo stile di vita del cavallo il più possibile simile a quello che l'animale conduce in natura (ved. Video Introduttivi). Sebbene concettualmente semplice questa affermazione comporta delle scelte ideologiche (v. Introduzione), che a loro volta implicano delle modifiche alla gestione del cavallo che non sono invece sempre di immediata attuazione pratica, o che contrastano con le abitudini e le comodità del proprietario/cavaliere. Un cavallo che conduca una vita naturalizzata, ad esempio, è certamente un cavallo quasi sempre sporco, almeno per gli standard medi della maggior parte dei cavalieri, ed è quindi necessario impiegare un po' di tempo nel pulirlo prima di montare, o esser disposti a non guardar troppo per il sottile. Oppure sarà necessario scegliere il centro dove risiede l'animale in base alle disponibilità di spazi idonei, il che potrà forse significare doversi allontanare dal comodo centro sotto casa. E via di questo passo.

Deve quindi, fin da principio, essere chiaro un concetto fondamentale:

La salute del cavallo è determinata dalla gestione.

Le prestazioni del piede ne sono la conseguenza.

In natura infatti il piede del cavallo è capace di percorrere notevolissime distanze ogni giorno su tutti i tipi di terreno, anche i più pietrosi e difficili (v. Immagini), ed è la cattività a ridurre le capacità del piede, impedendone il naturale fortificarsi, che dipende soprattutto dalla quantità di moto che il cavallo effettua. Altro fattore importante, sebbene inferiore per importanza, è rappresentato dalle asperità del terreno. Quanto più il terreno sarà asciutto ed aspro tanto maggiori saranno le qualità intrinseche del piede, sebbene perché un piede si sviluppi appieno siano necessarie tutte le consistenze, perché ciascuna di esse stimola parti diverse del piede stesso. Logicamente nel caso in cui l'animale venga spinto dalle condizioni di gestione a stare fermo, qualsiasi sia la consistenza del terreno, il piede non verrà stimolato a fortificarsi.

Di conseguenza sarà la gestione, in quanto fattore limitante assoluto, a stabilire ciò che sarà possibile fare con il cavallo sul suo piede naturale.

Prima di procedere alla enunciazione dei singoli aspetti delle tecniche di gestione è utile impiegare qualche riga nella spiegazione della finalità cui tutte queste tenderanno: la naturalizzazione delle condizioni di vita del cavallo.

E' necessario comprendere come esse contribuiscano tutte insieme alla finalità che ci prefiggiamo, ed è utile immaginare ognuna di esse come un peso posto sul piatto di una bilancia. Il peso finale, che è la somma delle singole tecniche/pesi, rappresenterà il valore finale della naturalizzazione delle condizioni di vita, che a loro volta renderanno possibile un piede di prestazioni elevate.

 

 

Quali sono i pesi che è possibile porre sul piatto "positivo" e quali i corrispondenti pesi che invece possono gravare su quello "negativo" di questa ipotetica bilancia?

 

Elementi di Gestione Naturale

(i pesi per il piatto POSITIVO della bilancia)

Equivalenti Non Naturali

(i pesi per il piatto NEGATIVO della bilancia)

Compagnia di altri cavalli

Isolamento

Spazio dove muoversi in stile naturale

(con i dovuti stimoli a percorrerli)

Vita di scuderia e confinamento ristretto

Pascolo Semisecco e Fibroso

Pascolo verde e florido

Dieta semplice e fieno di prato naturale

Granaglie e fieni ricchi di nutrienti

Fieno illimitato nel tempo

(non nelle quantità)

Fieno limitato o assente

Alimentazione libera nel tempo

Alimentazione ad orari programmati

Fieno a terra e sparso

Fieno in mangiatoia sollevata o ballone fisso

Acqua a livello del suolo

(in cui immergere i piedi bevendo)

Acqua al di sopra del livello del suolo

Posto dove stendersi e rotolarsi

Impossibilità di stendersi e rotolarsi

Mantello invernale

Tosatura e coperte

Terreno vario, duro ed abrasivo

Lettiera soffice

Non staziona sulle deiezioni

Staziona sulle deiezioni

Non è mai stato ferrato

 E' stato ferrato a lungo

 (modificato da: J. Jackson "Le cure naturali dello zoccolo del cavallo")

 Ovviamente quanti più "pesi" sarà possibile porre sul piatto della bilancia relativo alla naturalizzazione, tanto più si mettera il cavallo nelle migliori condizioni possibili per essere sano, e sviluppare un piede sempre più naturale nelle forme e dalle migliori prestazioni possibili.

Viceversa occorre precisare come la scienza degli ultimi anni stia sempre più ponendo in chiara evidenza come le pratiche innaturali di gestione (colonna di destra), per i gravi danni all'animale cui conducono, possano essere considerate nella maggioranza dei casi come un manifesto maltrattamento.

Un discorso a se stante merita la consistenza del terreno. In natura i cavalli attraversano i terreni più vari, che per la maggior parte dell'anno sono in gran parte terreni asciutti, duri ed abrasivi. Di conseguenza i piedi si plasmano per sopportare ogni tipo di terreno. Allo stato domestico invece siamo spesso giocoforza costretti a ridurre la varietà dei terreni dove essi vivono, ed anzi li manteniamo, anche se in ampi spazi, per lo più su terreni soffici. Così facendo però anche il cavallo dal piede più sano avrà qualche difficoltà nell'affrontare una strada brecciata o un qualsiasi fondo per cui non sia preparato. In sostanza: se volete che passino impunemente sulle pietre bisogna che abbiano possibilità di "frequentarle" con una certa assiduità (nel paddock o durante l'attività cui vengono dedicati, purché con continuità). Non è così difficile attrezzare una parte del paddock con del pietrisco e fare in modo che ci passino più volte al giorno (ad esempio per bere o mangiare).

Siate creativi e cercate di trovare soluzioni al vostro problema di naturalizzazione.

Una stimolante lettura sull'argomento è "Paddock Paradise", che è anche "IL" sistema di gestione veramente naturalizzata (v. Libri e Video)

 

 


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