Nel momento in cui andiamo a togliere i ferri al nostro amico equide comincia per lui un periodo, detto Periodo di Transizione, in cui il cavallo avrà delle difficoltà. I motivi profondi per cui ciò accade sono abbastanza complessi e peraltro non ancora completamente conosciuti. Semplificando possiamo dire che togliendo i ferri, si ha un improvviso cambiamento di diversi fattori quali: aumento della sensibilità e della dolorabilità del piede stesso; e successivamente, con l'andare del tempo, la trasformazione delle strutture sia interne che esterne; la variazione di postura determinata dalla trasformazione dello zoccolo; le variazioni dei rapporti articolari connesse; differente apporto sanguigno ai piedi. Ciò fà si che tolti i ferri la maggior parte dei cavalli cammini "sulle uova", mediamente solo sui terreni più difficili, ma è possibile che questo accada anche su terreni meno impegnativi. Non è assolutamente il caso di preoccuparsi essendo tutto ciò perfettamente normale.
Occorre a questo punto precisare le differenze esistenti tra la transizione e la Naturalizzazione del piede.
Il periodo di transizione infatti è connesso per lo più all'indurimento della parte cornea del piede, che avviene a causa dell'aumentato stimolo dovuto al contatto col terreno, ed ad una prima grossolana trasformazione delle forme, spesso tumultuosa.
La Naturalizzazione invece, processo assai più lungo e complesso, attiene alla trasformazione complessiva sia della scatola cornea, che dei conseguenti rapporti articolari e della postura complessiva con essi connessa. Pertanto se la transizione, come vedremo oltre, ha una durata limitata, la naturalizzazione necessita sempre periodi assai più lunghi. Quest'ultima vuole infatti normalmente 2-3 cicli di ricambio completo dello zoccolo, ciascuno dei quali dura circa 7-9 mesi, portando il tempo di naturalizzazione medio a 18-24 mesi. La buona notizia consiste nel fatto che già dopo la transizione il cavallo sarà in grado di prestazioni che soddisferanno la grandissima parte dei cavalieri e degli impieghi dell'animale, anche se bisognerà tener sempre ben presente il fatto che per le prestazioni di più alta difficoltà (es. viaggi a cavallo, endurance, ecc.) occorrerà attendere la naturalizzazione completa del piede.
Il risultato finale, in termini di prestazioni, dipenderà comunque sempre dalla Gestione.
Al problema della transizione sarà possibile eventualmente ovviare attraverso l'uso delle scarpette che allevieranno il cavallo dal fastidio. Essendo infatti il movimento, come ormai risulterà chiaro, il fattore determinante del successo di un programma barefoot, le scarpette permetteranno all'animale di continuare ad esser utilizzato senza impaccio, il che contribuirà ad abbreviare ulteriormente il periodo di transizione. Ovviamente esse si utilizzeranno sono quando il cavallo viene montato e solo per quei terreni per cui il cavallo dimostri difficoltà.
Una delle domande più ricorrenti su questo argomento è : "Quanto dura il periodo di transizione?"
Rispondere in modo specifico per ogni cavallo è impossibile, e quando si tenta di farlo si và facilmente incontro ad errori anche notevoli. Le variabili in gioco sono infatti virtualmente infinite: condizioni dei piedi in partenza (spesso imperscrutabili); condizioni di vita fino a quel momento; attività che il cavallo ha svolto; patologie pregresse o attuali (spesso misconosciute) non solo dello zoccolo, ma anche degli arti o del cavallo nella sua interezza; alimentazione dell'animale; personalità del singolo cavallo; la lista potrebbe continuare a lungo.
Abbiamo visto cavalli senza problemi anche sulle pietre non appena tolti i ferri (transizione inesistente!), ed altri paralizzarsi e camminare con molta attenzione anche su terreni abbastanza facili. Alcuni con piedi molto belli ed apparentemente sani avere difficoltà rilevanti, ed altri francamente zoppi e inutilizzabili, andare dritti immediatamente dopo il pareggio. Alcuni ci mettono un giorno, altri più di un anno, anche se i tempi più lunghi sono pressocché ad esclusivo appannaggio dei casi di patologie (laminiti, gravi problemi articolari, ecc).
Possiamo comunque tentare una risposta generica alla domanda affermando che mediamente la transizione dura da poche settimane a pochi mesi (2-5 per entrambi).
Una sola cosa è certa con la transizione: presto o tardi termina.
Per questo è molto importante capire che la prima dote di un aspirante barefooters è la pazienza.
Ciò non significa, come troppo spesso accade per i cavalli seguiti da professionisti improvvisati ed incompetenti, che con la transizione si possano giustificare carenze che invece sono di altro tipo, soprattutto di pareggio da parte chi vi ponga mano (v. Pareggio), o di gestione da parte del proprietario, spesso non guidato nella giusta direzione da parte del professionista (v. Professionisti). Una transizione di un anno, se possibile per cavalli con rilevanti problemi al momento di togliere i ferri, non è in alcun modo accetabile per cavalli sani in partenza.
L'esistenza del periodo di transizione è la causa della stragrande maggioranza dei casi di fallimento in un programma barefoot. Il proprietario carente di informazioni e/o di pazienza infatti, vedendo il proprio adorato quadrupede muoversi incerto laddove prima sfrecciava tranquillo (ma solo perché insensibile!), comincia immediatamente a porsi dei dubbi sull'opportunità della scelta fatta, e spesso non riesce a resistere per il tempo necessario a vedere i progressi, tornando così a far ferrare il cavallo.
Abbiate pazienza quindi e, perseguendo le indicazioni della filosofia barefoot, vedrete che la transizione terminerà prima di quanto avreste supposto.
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